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22    SILENZIO E QUESTIONE SOCIALE

Il Silenzio di fronte a Dio non corrisponde - né comporta - il tacere di fronte agli uomini.

Con coloro che operano il bene, credenti o non credenti, è giusto cooperare nella chiarezza delle convinzioni e posizioni di ciascuno.

Con coloro che operano il male, è giusto protestare come uomini e come credenti nel Dio della Giustizia, cercando di fermarne la mano con i mezzi omogenei al bene che vogliamo - scartando quei mezzi che per vie traverse conducono al fine.

Ovunque c'è ingiustizia, violenza, strapotere e guerra, è doveroso far giungere una voce che ne arresti e rovesci il corso. Non è il caso di intervenire con mezzi e principi che, giusti per noi, rappresentino una forzatura ed una violenza a persone o gruppi sociali di altra cultura, a meno che ci sia il tempo di confrontare mezzi e principi, e che i gruppi che vogliamo difendere contro la violenza siano veramente consenzienti. Il nostro "bene", se imposto, può risultare un "male" laddove non si parta col rispetto di persone o valori.

E soprattutto, per cambiare gli altri, se ci pare utile farlo per loro, più che le parole e i principi dichiarati, parlano i fatti, da soli. I fatti nati dal vero e dall'amore hanno una voce alta e bella, e sono convincenti.

Ma per avere una voce così alta e bella, quanti colloqui con Dio in lunghe, silenziose meditazioni, quanta paziente ricerca della Sua volontà.

(Susello di Ghiffa 13.7.1991)

« Dobbiamo forse essere assassini verso gli assassini, criminali verso i criminali? È forse necessario odiare uccidere bestemmiare? No, anima mia, non con questi mezzi...! Oh mia patria, siano preferibili la pazienza ed una inflessibile volontà... In ogni lotta contro i soprusi di questo mondo, regnino la forza, la serenità e l'amore, nell'attesa che tutto l'inferno diventi per sempre impotente. »

(drammaturgo e poeta Zygmunt Krasinski )


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