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10    IL SILENZIO: MEZZO O FINE ?

Ogni confessione religiosa corre dei rischi quando pone troppo l'accento ed esalta un elemento che considera fondamentale per il raggiungimento dei propri obiettivi.

Schematizzando ed estremizzando per ragioni di chiarezza, sostengo che il cattolico non illuminato corre dei rischi quando sposta il centro del Culto da Dio alla Chiesa.

Il protestante, che vive ancora nel timore che venga inquinato il messaggio del Nuovo Patto da interferenze dogmatiche e da ritualità tradizionali, li corre facendo ruotare la ricerca e l'interpretazione di tutta la rivelazione intorno alla sola Scrittura.

Il Quacchero, che vuole rifuggire completamente da ogni forma progammata e guidata del culto, rischia di fare del silenzio un "sine qua non" e di prenderlo per un valore in sé.

Iddio, la cui presenza nel Creato è globale, i cui canali di comunicazione sono infiniti, il cui Spirito soffia dove vuole e come vuole, non si lascia confinare in nessuna Chiesa, in nessuna tradizione, in nessun libro, in nessun metodo di ricerca.

Non uno di questi tre grandi strumenti di comunicazione tra l'uomo e Dio, benedetti certamente ciascuno quando restano tali, può diventare sacro e sostituirsi al fine che è sacro solo perché coincide con Dio.

Il silenzio è, come gli altri strumenti religiosi, un canale privilegiato in quanto scevro di qualsivoglia intoppo o sovrabbondanza di mezzi sacramentali, ma come gli altri è diretto a sfociare nell'Oceano dello Spirito che solo può benedirne effettivamente la strumentalità - cioè l'umile servizio che consiste semplicemente nel facilitare l'incontro fra l'Uomo e il Padre di tutti, per restaurare un rapporto che per cento e una ragioni risulta interrotto.

Ogni altra cosa, per preziosa che sia, va tenuta entro i suoi limiti naturali per impedire che invadano spazi che spettano a Dio stesso.

I gradini di una scala che porta al Paradiso non sono sacri quanto il Paradiso, e non vanno baciati: vanno invece tenuti puliti, in ordine e senza ornamenti; vanno restaurati se il tempo li ha corrosi, vanno indicati a chi non ne conosce la funzione di via da cui può passare ogni Figliuol Prodigo.

Il contrario, ovvero l'esaltazione del mezzo - pur essenziale alla conoscenza e all'ascolto - è complice di una forma o l'altra di idolatria, trappola sempre presente questa di una fragile umanità, spesso disposta a scambiare il mezzo con il fine.

(Roma 12.7.1987)

« Ogni anima è potenzialmente divina.
Scopo della vita è rendere manifesta questa nostra divinità interiore, col conquistare il controllo sulla natura: su quella esterna e su quella interiore.
Realizzate ciò, o con il lavoro disinteressato, o attraverso la devozione, o attraverso l'educazione e sviluppo dei vostri mezzi psichici, o con la conoscenza filosofica.
Seguite una, o più, o tutte queste vie, e diverrete liberi.
Questa è l'essenza delle religione.
Le dottrine, i dogmi, i rituali, i libri, i templi, le chiese e le forme non ne sono che accessori di secondaria importanza. »

(Raja Yoga, da Yoga Pratici di Swami Vivekananda)

« Le prigioni sono costruite con le pietre della Legge, i bordelli con i mattoni della religione. »

(William Blake: The Marriage of Heaven and Hell)


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